martedì 11 ottobre 2011

In the mood for poetry: Nazim Hikmet

Mosca, 1961

Le sedie dormono in piedi
anche il tavolo
il tappeto sdraiato sul dorso
ha chiuso gli arabeschi
lo specchio dorme
gli occhi delle finestre sono chiusi
il balcone dorme
con le gambe penzolanti nel vuoto
i camini sul tetto dirimpetto dormono
sui marciapiedi dormono le acacie
la nuvola dorme
stringendosi al petto una stella
in casa fuori di casa dorme la luce

ma tu ti sei svegliata

mia rosa
le sedie si sono svegliate
si precipitano da un angolo all’altro anche il tavolo
il tappeto si è messo a sedere
gli arabeschi hanno aperto i petali
lo specchio si è risvegliato come un lago all’aurora
le finestre hanno spalancato
immensi occhi azzurri
il balcone si è risvegliato
ha tirato su dal vuoto le gambe
i camini dirimpetto si son messi a fumare
le acacie han cominciato a chiacchierare
sui marciapiedi
la nuvola si è svegliata
ha lanciato la sua stella nella nostra stanza
in casa fuori di casa la luce si è risvegliata
si è versata sui tuoi capelli
è colata tra le tue palme
ha cinto la tua vita nuda i tuoi piedi bianchi.

Traduzione di Joyce Lussu

5 commenti:

  1. che splendore che sa essere, lui.

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  2. Avevo voglia di un po' di bellezza per placare la nostalgia...

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  3. nostalgia di...SF?
    un po' di bellezza in questi casi aiuta.
    ps ovviamente splendido anche Joyce Lussu :)

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  4. L'unica cosa che non mi manca di SF è la nebbia, visto che quest'anno si è raggiunto il record negativo di 3 giorni d'estate 3. Per il resto, temo di non essere un'italiana particolarmente nostalgica...

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  5. la nebbia, che cosa triste. e devo dire che quella della pianura padana la ricordo come la più triste di tutte.

    ps a chi lo dici, a me manca (a tratti) solo la possibilità di condividere certi momenti con alcune persone a me molto care.
    per il resto ho nostalgia...dei posti che non ho ancora visto!

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