lunedì 24 giugno 2013

Chiapas, un viaggio semiserio/7: Indiana Jones e l'ergoterapista degli inuit

[Siamo arrivati all'ultima puntata. La dedico alla cara Amanda, che mi ha dedicato un post di compleanno bellissimissimo che mi ha commossa. 
Se volete risalire alle altre puntate, seguite l'etichetta]

Agua Azul
Finalmente avevo trovato compagnia. Durante un’allegra serata alla posada insieme a un gruppetto multietnico di viaggiatrici solitarie come me - che si erano tanto divertite nel vedermi spalmare la crema sulle bolle facciali e mi avevano scattato questa foto qui – avevo conosciuto Cathy, una occupational therapist (che in italiano sarebbe una ergoterapista. Così si capisce meglio, no?) del Canada francese che lavorava con gli inuit vicino al circolo polare artico. Cathy si era presa sei mesi di pausa dal lavoro per farsi un viaggetto in centro e sud America. Non era mica l’unica. Arrivata in Messico tutta contenta delle mie tre settimane di vacanza, avevo subito incontrato una quantità di giovani zainomuniti, soprattutto statunitensi e canadesi, che facevano un viaggio di almeno sei mesi, a volte anche di più. Un’umiliazione terribile. Cathy, in particolare, mi disse che lei poteva licenziarsi quando voleva, partire in esplorazione di un continente a scelta e poi tornare a casa e venire subito riassunta. Immagino che sia normale, per una che fa la ergoterapista degli inuit.

Dopo aver capito che probabilmente in quel viaggio non avrei trovato il rivoluzionario dei miei sogni, riuscii finalmente a rilassarmi e partii con Cathy per tutte le gite turistiche che si potevano fare nei dintorni. Perché lei aveva ancora quattro mesi di viaggio, io solo pochi giorni, e dovevo recuperare. Il Cañón del Sumidero, le cascate di Agua Azul, e poi: Palenque. 

Cathy (che non aveva bisogno di funghetti) e la guida
Che meraviglia, Palenque. Tutti i miei sogni di adolescente innamorata di Indiana Jones prendevano vita in quella radura disseminata di templi maestosi e circondata da una giungla fittissima sempre pronta a inghiottirsi di nuovo tutto, templi e turisti compresi. E infatti quella radura è solo una piccolissima parte della città, che è ancora sommersa dalla giungla. Palenque la esplorammo scalando ripidissimi gradoni e infilandoci in cunicoli claustrofobici, sempre accompagnate da un’abbondante sudorazione e dalle voci tonitruanti delle scimmie urlatrici che riecheggiavano nella foresta come macchine di distruzione fantascientifiche. Poi entrammo nella parte giunglesca, verde scura e fitta e umidona come uno s’immagina la giungla, questa volta accompagnate da un simpatico indio che ci mostrò i templi nascosti e ci offrì qualche funghetto per rendere più colorata l’esperienza. Dopo una sofferta consultazione, io e Cathy rifiutammo a malincuore l’offerta. 
Ed è per proprio per questo, per lo stato di assoluta sobrietà in cui mi trovavo uscendo dalla giungla, che posso garantire la veridicità di quanto vidi poco dopo.


Cathy sulle scale
Scendeva agilmente le disastrate scale di un tempio, con un passo elastico che ben si addiceva al suo corpo longilineo. La pelle elegantemente abbronzata, i capelli signorilmente brizzolati. Camicia di lino blu, mossa da una brezza che doveva soffiare solo intorno a lui, visto che nella radura dei templi c’era un caldo umido giunglesco che poteva abbattere una mandria di bufali.
“Chi è quello?” chiesi boccheggiando all’indio spacciatore di funghetti.
“Un archeologo”.
E in quel momento, mentre la visione si allontanava con la camicia svolazzante che gli accarezzava le ampie spalle da americano benestante, compresi l’enormità del mio errore. Avevo inseguito agronomi puzzolenti e canadesi farfalloni, e mi ero lasciata sfuggire lui, il sogno della mia adolescenza. Addio, Indiana, pensai. Sarai anche bello, ma hai proprio un nome ridicolo.

FINE
 

26 commenti:

  1. Ma che belle voi sorridenti!
    L'hai rivista/risentita Cathy?
    Peccato per la fine di questa storia, mi ero affezionata ai personaggi.

    Oh, ma com'è che tutti coloro che vanno in Sudamerica mi raccontano di persone con lo zainone che ci restano per mesi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per un po' ci siamo sentite, poi ci siamo un po' perse, e adesso che vorrei contattarla non riesco più a ritrovarla. All'epoca avevo un provider di posta scrauso che mi ha cancellato tutta la corrispondenza vecchia, e perdipù mi sono dimenticata come si chiama di cognome :-(

      Elimina
    2. Io sono una di quelli che ci rimane per mesi!
      è facile rimanere bloccati da quelle parti... Se si parla spagnolo, fare amicizia con la gente è piuttosto facile :)
      io ho viaggiato dal Paraguay alla Colombia via terra, e poi in Messico, saltando il Centroamerica che mi sono tenuta per un'altra gita. Molti di quelli che viaggiano da quelle parti, lo fanno per mesi perché i voli per arrivarci costano così tanto che conviene concentrare quanti più paesi possibili in un solo viaggio. Solo per i nordamericani, costa poco arrivare lì.
      Ora sono in Asia però, e mi sento a casa!

      Silvia, ora mi leggo il resto che voglio vedere se sei stata a Sn Cristobal e se ti è piaciuta :)

      Elimina
  2. Grazie per la dedica :). Sì gli archeologi sono un mondo a parte, ne conobbi uno barba folta, occhiale da intellettuale, leggeva Don Chisciotte pendolando sul mio stesso treno, ancora ci sentiamo al telefono ancora irresistibilmente ci comunichiamo ogni anno il primo sentore di profumo di tiglio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah, e magari c'ha anche un nome normale!
      E pensare che volevo fare l'archeologa, ma poi mi hanno dissuaso, dicendomi che avrei passato la vita a spolverare cocci nello scantinato di un museo. Che gente senza fantasia! Invece ora girerei a dorso di cammello tutta vestita di lino bianco.

      Elimina
    2. alla fine della cavalcata sarebbe un cincinin meno bianco ma la classe non è acqua :)
      nome normalissimo tipo il compare di Pietro fulminato sulla via di Damasco

      Elimina
  3. Ah, dimentiacvo, che bel regalo che ti ha fatto Amanda!

    RispondiElimina
  4. Noooooooooooooooo! La fine NO! Ne voglio ancora!
    Anche se l'hai conclusa in maniera fantastica :)

    "lei poteva licenziarsi quando voleva, partire in esplorazione di un continente a scelta e poi tornare a casa e venire subito riassunta". Ho sentito molte persone fare così, ultimamente un tedesco. Oltre alla certezza di una riassunzione, continuo a domandarmi come facciano a mantenersi per tutti quei mesi fondamentalmente perché mi rifiuto di accettare la risposta :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La risposta è facile: lavori per sei mesi in un posto dove guadagni valuta pregiata e poi viaggi con poche pretese per sei mesi in un posto dove i tuoi soldi valgono il triplo. Lo si faceva anche in Italia, conoscevo un simpaticissimo fricchettone che faceva la stagione in uno zuccherificio e poi se ne andava per 6 mesi in Sri Lanka.
      Sto studiando una nuova serie, ho in serbo delle avventure in un ashram indiano che mi alieneranno le simpatie di tutti i new age che conosco.

      Elimina
    2. Ecco, non è un buon periodo per pensarci. Rimango invece in attesa delle avventure nell'ashram indiano :)

      Elimina
  5. Cathy ha lineamenti inuit, per lo meno così mi sembra. Questa sì che era una vacanza! Temo che abbiano avuto ragione: uno su dieci archeologi lavora agli scavi, gli altri spolverano :-)

    RispondiElimina
  6. Nooooooo! Che colpo di scena, che finale! Indiana che appare e scompare come una visione.
    Anche se devo dire più che Indiana io avevo( e ho) una passione per suo padre, l'ancor più mitico Sean Connery. All'università ho fatto un anno di archeologia, prima di passare a storia dell'arte, stanca di classificare vasi, ma, tra i miei studiosissimi e acneici compagni, non c'era traccia né di Indiana, né dell'affascinate genitore. Forse erano in Chiapas. Chissà!

    RispondiElimina
  7. L'ideale del fidanzato rivoluzionario e' bella perche' rimane tale. Ti immagini vivere all'aperto per piu' di una settimana? Io getterei la spugna al secondo giorno!
    Che belle cose ha scritto Amanda, mi associo e ti auguro un felice compleanno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io già al primo. La mia idea di inferno somiglia molto a una notte per terra su un materassino da campeggio.
      Sì, hai visto che bello che mi ha scritto Amanda? E lei nei suoi post distribuisce anche meravigliose poesie.

      Elimina
  8. Noooo, l'ultima puntata no!!! Non potresti fare come le serie americane che, quando vanno (e questa è andata eccome!), poi esce la seconda stagione e poi la terza e poi la quarta...?
    Beh intanto che ci pensi...buon anno Silvia!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie grazie!
      No, con l'agronomo ho chiuso, ma ho un nuovo personaggio epico in serbo per il futuro...

      Elimina
  9. Palenque, che nostalgia. Il mio primo Messico è stato molto meno movimentato del tuo ma la traversata del rio Uxumacinta, al buio, e il passaggio della frontiera in modo "losco", guidati da uno che si spacciava per un lacandone e aveva chiamato suo figlio Pajaro Jaguar, hanno aggiunto l'avventura che ci voleva. Mai pensato di tornare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, però andrei volentieri in Guatemala, che è proprio lì di fianco.
      Sei sicura che il tuo Messico è stato meno movimentato del mio? Io non ho incontrato nessun Pajaro Jaguar!

      Elimina
  10. Bellissimo viaggio e bellissimo racconto, sai quanto sognavo da piccola di visitare quella città di Indiana Jones??? :) magari in un'altra vita e coi pargoli ormai grandi chissà che non riesca a farlo ;)

    RispondiElimina
  11. Se volassi visiterei anch'io quei posti.

    Un bacio cara

    RispondiElimina
  12. Vai appena puoi in Guatemala!!! Quanto al fascino degli archeologi non dimenticherò mai le persone stralunate che d'estate, quando venivano a fare i campi, entravano nella ferramenta di mia madre. in un paesino di neanche 3000 anime e volti noti erano una ventata di freschezza esotica che adoravo.

    RispondiElimina
  13. Fine??? Vuoi scherzare, vero??
    E poi mi dico, tra l'agronomo figo, l'ergoterapista degli Inuit e la giacca di Bruce Springsteen, te giusto col collezionatore di meteoriti ti potevi sposare :D Bellissima la dedica di Amanda.

    RispondiElimina