martedì 21 marzo 2017

Post-Election Stress Disorder

Eccomi, sono guarita! Vi racconto tutto se però mi promettete: a) di non scrivere commenti con storie dell'orrore; b) di non scrivere commenti in cui dite che non si guarisce mai; c) di non dirmi che ho fatto cazzate, che quello lo so già; d) di scrivere solo commenti positivi (sulla mia salute, per il resto fare come volete) perché sono ancora un po' delicatina. Grazie!

Allora. Tutto è cominciato dopo le tre settimane che ho trascorso tragicamente immersa nelle notizie per fare la rassegna stampa Distopia. Poi siamo andati a Point Reyes. Un paio di giorni dopo mi sono spuntate le bolle. Inizialmente si pensava ad allergia, poi a un'intossicazione alimentare, ma le bolle si estendevano e diventavano sempre più orrende. Poi hanno cominciato a prudere. Prudevano soprattutto verso le 4-5 del mattino, svegliandomi e impedendomi di riaddormentarmi. Dopo qualche giorno così sono andata dal medico. Per vedere il mio amato dottor Roth dovevo aspettare un giorno in più, ma ero così impaziente che ho scelto un'altra dottoressa del suo studio che poteva vedermi prima. Quando sono arrivata da lei ero così esasperata che ho insistito tantissimo per farmi dare il cortisone. La dottoressa, molto riluttante, mi ha prescritto nove giorni di pastiglie di cortisone.

Dopo una settimana in cui ero migliorata pochissimo e continuavo a non dormire, un mio studente allergologo mi ha preso appuntamento con un dermatologo. Il dermatologo - studio hollywoodiano in cui più che di malattie della pelle ci si occupa di botox - mi ha detto che secondo lui era psoriasi, e chi cacchio era stato a prescrivermi il cortisone, non si dà il cortisone a chi ha la psoriasi, che poi quando si smette di prenderlo il problema peggiora. Ah. Comunque dice che è una forma molto leggera e mi prescrive tre unguenti e degli antistaminici. Gli unguenti sono dei prodotti generici antipsoriasi, e costano $15 con l'assicurazione (che per fortuna ho), ma sullo scontrino c'è scritto quanto costerebbero senza assicurazione: il primo unguento costa $500,99, il secondo $373,99, il terzo $225,99. Se non avessi avuto l'assicurazione avrei fatto meglio a prendere l'aereo e tornare subito a casa. (Evito commenti su chi ha votato per un presidente che gli toglierà l'assicurazione sanitaria ottenuta grazie a Obama, perché sono in fase zen).

Comunque il medico ci azzecca, le pomate funzionano. Lo rivedo una settimana dopo, gli dico che le bolle non sono peggiorate dopo aver smesso il cortisone, e lui dice "meno male, ero preoccupato. A volte i pazienti si aggravano così tanto dopo il cortisone che si ricoprono completamente di bolle e finiscono all'ospedale. Ma lei adesso è fuori pericolo." Bravo dottore che me lo hai detto adesso e non l'altra volta. 

Nel frattempo però sono partiti gli effetti collaterali del cortisone (che, ricordo, ho preso inutilmente). Tachicardia e insonnia. Che siccome sono anche sintomi dell'ipertiroidismo mi fanno molto preoccupare. Torno dal dottor Roth (da lui, stavolta), che dopo aver espresso grande perplessità sulla prescrizione del cortisone (vabbè, ho capito che ho fatto una cazzata), mi dice di aspettare una settimana prima di fare le analisi, perché il cortisone sballa tutto. 

Dopo una settimana i problemi continuano, in pratica ho sempre la tachicardia e dormo quattro ore per notte se va bene. Ora, a me capita abbastanza spesso di soffrire d'insonnia, ma finora al massimo avevo passato una notte in bianco. Qui stavo arrivando a un mese con quattro ore di sonno per notte. Chi di voi lo ha provato mi capirà. Si impazzisce, letteralmente. Chiamo il dottor Roth che finalmente mi prescrive le analisi del sangue per la tiroide. Nel frattempo mi viene un attacco di cervicale da record, che ovviamente mi impedisce di dormire. Questo il venerdì notte. Il sabato mattina devo andare a insegnare, con il mal di testa a malapena placato da due Moment (sì, mi porto le medicine dall'Italia) e tipo tre ore di sonno alle spalle. Il resto del giorno lo passo a letto. Il giorno dopo dovrei partire con Mr K per una vacanzina (vacanza per me, lui doveva andare per un'intervista), ma non me la sento. Così rimango a casa da sola, sfigatissima. Però comincio a stare meglio, decido di riposare e andarmene al parco a leggere. Per due giorni sembra che vada bene, ma al terzo giorno mi becco un gran raffreddore. Niente di grave, direte voi, ma di notte mi sveglio perché ho il naso tappato. Per qualche strano motivo lo spray nasale (sconsigliato, leggo sempre più nel panico, in casi di problemi alla tiroide, ma vaffanculo, penso, io devo respirare altrimenti non dormo neanche stanotte) non funziona. Passo la notte a irrigarmi il naso di un liquido che non fa un tubo, finché la mattina, dopo l'ennesima notte insonne, mi accorgo che ero andata in farmacia senza occhiali e invece delle gocce sturanaso avevo comprato un soluzione salina per le narici secche.

Dal quel momento in poi, dopo aver comprato lo sturanaso giusto, le cose hanno continuato a migliorare. Sono arrivati i risultati delle analisi (quelle che ho fatto con il mago dei prelievi) e la mia tiroide è a posto. Il dottor Roth mi ha scritto, sulla lettera che accompagna i risultati:
"La sua tiroide sta bene. Non c'è una chiara spiegazione per i suoi sintomi. Spero che il risultato delle analisi la aiuti a stare meglio."

La spiegazione per i miei sintomi ce l'ho io. Si chiama Post-Election Stress Disorder. Quando l'ho scritto su facebook credevo di fare una battutona, e invece ho scoperto che in realtà è un problema assai diffuso. Ora leggo le notizie con molta parsimonia, mi proteggo più che posso con un distacco zen e sto molto meglio. Dormo e non ho più bolle. Sto seduta sulla riva del fiume e aspetto.

venerdì 10 marzo 2017

Il mago dei prelievi

 
L'infermiere che mi preleva il sangue sembra un po' schizzato, sussulta in continuazione e strabuzza gli occhi. Continua a ripetere la mia data di nascita e mi dice che sta cercando di ricordare cosa ha fatto quel giorno, è una cosa che fa con tutti i pazienti. "Sì, avevo nove anni e c'era il civil rights movement."
Gli dico che nessuno riesce mai a trovarmi le vene. "Questa è una sfida" aggiungo. "Davvero?" risponde lui, impermalito. "Io sono quello che chiamano quando tutti gli altri falliscono. Adesso chiudo gli occhi e..." Gli occhi li tiene aperti, però la vena me la trova al primo colpo e non mi fa neanche un po' male. Un mito, lui e la sua foto di Obama di fianco alla scrivania.
Il resto ve lo racconterò quando ne avrò la forza.